LETTERA A MISTER GREGGIO

 

4 Marzo 2011

Lettera a Mr. Greggio

Caro Greggio, ma quanto ci costi? Al distributore lo abbiamo già visto con aumenti che sembrano antecedenti o coevi alla crisi libica, ma presto lo leggeremo sulle bollette della luce e del gas. Già per aprile il Nomisma Energia stima infatti - secondo quanto riferito all'ANSA - un rincaro del 2% per il metano e dell'0,8% per l'elettricità. Un aumento che, se sarà confermato dall'Authority per l'energia (aggiornamento trimestrale atteso a fine marzo) si tradurrebbe in un aggravio di quasi 25 euro su base annua della spesa di ogni famiglia (+21,2 euro per il gas, +3,2 euro per la luce). Senza considerare le quote surrettizie del Protocollo di Kyoto ( Emission Trading) che gravano dal 2007 sulla bolletta , oscilla bili – i dati sono presuntivi- in una forbice che va dallo 0,05 allo 0,07 €.

Secondo Nomisma Energia, un aumento a 15,7 centesimi al chilowattora (225 chilowattora consumati in un mese ed una potenza impegnata di 3 chilowatt) significherebbero un aumento della spesa annua di poco più di tre euro/famiglia.

Nel frattempo il Governo vara il decreto legislativo «recante attuazione della direttiva 2009/28/CE del Parlamento europeo e del Consiglio del 23 aprile 2009 sulla promozione dell'uso dell'energia da fonti rinnovabili, recante modifica e successiva abrogazione delle direttive 2001/77/Ce e 2003/30/Ce».

Ai fini pratici due i passaggi da leggere. Il primo è all'articolo 8. Dalla data di entrata in vigore di questo provvedimento, il comma 4 recita, «per gli impianti solari fotovoltaici con moduli collocati a terra in aree agricole, l'accesso agli incentivi statali è consentito a condizione che il rapporto tra la potenza nominale dell'impianto e la superficie del terreno agricolo nella disponibilità del proponente non sia superiore a 100 kW per ogni ettaro di terreno, o a 200 kW per ogni ettaro di terreno per gli impianti solari fotovoltaici con fattore di concentrazione superiore a 400».

In termini leggibili per produrre un Mw occorrono dieci ettari e sono superfici difficilmente raggiungibili da imprese diverse da quelle agricole. Quindi il comma 5 del Decreto salva comunque gli impianti solari fotovoltaici che hanno conseguito il titolo abilitativo entro la data di entrata in vigore del decreto medesimo, a condizione che entrino in esercizio entro un anno. Ma molti impianti in fase di autorizzazione rimarranno fuori dagli incentivi pubblici, con ricadute negative in termini economici per chi - persone fisiche e società - abbiano avviato l'iter autorizzativo prima dell'emanazione di questo provvedimento. In termini pratici quelle imprese che abbiano utilizzato gli incentivi per accedere a fondi o mutui, si troveranno con una prevedibile esposizione finanziaria.

Si restringe anche la produzione di energia con impianti di biogas collocati in zona agricola: questi impianti non potranno avere una potenza superiore a un Mw elettrico ovvero tre Mw termici.

Il secondo passaggio da sottolineare è al comma 11 dell'articolo 23 («Disposizioni transitorie e abrogazioni»). Il paragrafo d) prevede infatti l'abrogazione dell'articolo 7 del decreto legislativo 387/03 (quello che prevede che il ministero delle Attività produttive, oggi dello Sviluppo economico, definisca i criteri per l'incentivazione della produzione dell'energia elettrica dalla fonte solare) a decorrere dal 1° gennaio 2014. Nel caso di raggiungimento anticipato dell'obiettivo specifico per il solare fotovoltaico, fissato a 8mila MW per il 2020 dal Piano di azione nazionale per le energie rinnovabili, accertato con le modalità del decreto del ministro dello Sviluppo economico 6 agosto 2010, è sospesa l'assegnazione di incentivi per ulteriori produzioni da solare fotovoltaico. Le Ditte sono avvisate, i lavoratori si preparino a perdere il lavoro.

Insomma a fronte di una crisi energetica, si restringono sempre più le possibilità di approvvigionamento alternativo. Che bel Governo del fare!

(fonte IlSole24h)