MA COME GUIDANO LE DONNE? LO SVELA IL VOLUME " RACE & GRACE, quando il volante è rosa"

Già! E’ difficile trovare un argomento che possa completare la trilogia dedicata al mondo dell’auto ed alla sicurezza stradale. Specie quando si è ricordato Lorenzo Bandini (Il re di Cuori, 2010) o si è inscritto in questo contesto la Targa Florio (Tra polvere e bulloni, 2011).Ma c’è un argomento migliore o più fascinating della donna al volante? Accomunare donne e motori, di sicuro eccita ricordi di espressioni popolari, mille volte profferite ed alle quali non concediamo più di tanto quali stereotipi del passato.
Lo scopo di questo Volume è quello di qualificare nella Società d’oggi, fatta di mobilità, sviluppo terziario ed economia indifferenziata, il ruolo della donna che lavora, vive la sua carriera, si sposta e quindi ha nella mobilità un momento topico. Donna diversa rispetto all’inizio XX Secolo, si è re-impossessata dei suoi diritti, ha fatto delle sue battaglie d’emancipazione un vessillo, è diventata cruciale nello sviluppo della Società moderna. In realtà la donna lo è sempre stata, solo che adesso, sia per virtù dei media, sia per il reale cambiamento dei costumi, è tutto così trasparente da rendere lontanissimi i tempi del matriarcato di fine Ottocento.
Nella Prima Parte il nostro focus si concentrerà sullo sviluppo delle prerogative muliebri, sui diritti riconquistati, a far tempo da quello del lavoro, basti pensare alla tragedia di Haymarket (Chicago, 1886) che portò alla consacrazione del 1° maggio. Nè trascureremo i diritti civili, che tuttavia sono peculiarità della persona, indipendentemente dal genere , come il diritto al voto, il divorzio e l’aborto.
Nella Seconda Parte riassumeremo lo sviluppo della donna moderna che si muove per lavoro, che usa la vettura e naturalmente rientra nelle statistiche di incidentalità. I dati sulla sicurezza stradale “al femminile” li leggerete e troverete sorprese inattese. La donna moderna usa la vettura come un mezzo che offre comodità ed ha una sua precisa finalità. Al contrario dell’uomo che feticizza l’oggetto e ne opera traslazione d’intento affettivo.
Nella Terza Parte, le eroine al volante, quelle che ci hanno fatto sognare durante le gare, al pari di tanti piloti che abbiamo amato. Maria Teresa De Filippis, Lella Lombardi, Giovanna Amati e Prisca Taruffi sono le esponenti di un mondo corsaiolo al femminile in cui si sono mosse benissimo, non hanno mai sfigurato e sono rimaste celebri al pari di altre campionesse straniere.
Ci domandiamo come mai si plauda ad una tennista, una nuotatrice, una schermitrice e poco o pochissimo si rivolga attenzione complice e soprattutto elogiativa nei confronti della campionessa automobilistica. Forse lo sciovinismo maschile ha visto un’ingerenza nell’auto, al quale egli trasferisce, appunto, molti dei suoi reconditi aneliti e aspirazioni.
Gelosia banale? Forse sì!