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Strade inaccessibili per pedoni, disabili, anziani... Le soluzioni esistono.  


(di G. Di Giampietro, Webstrade.it) - Mts, 4 Febbraio 2014

1. Si raccontano alcune incredibili storie del diffuso mancato rispetto delle normative su barriere architettoniche, percorso accessibile e tutela dell'utenza debole nelle nostre città.
Un caso recente è stato pubblicato sulla stampa locale. Sull'apertura del tratto Nord diCorso Strasburgo a Montesilvano del 3/01/2014,  si segnala l'articolo su PrimadaNoi.it:
https://www.primadanoi.it/news/cronaca/545975/Montesilvano--aperto-corso-Strasburgo.html

La vicenda riguarda l'apertura di un tratto di nuova strada larga circa 6,50 m, con un solo marciapiede di 1,15 m che diventano 80 cm in prossimità dei pali della luce, priva di piste ciclabili, pur obbligatorie per legge sulle nuove strade o nelle ristrutturazioni delle strade esistenti (L. 366/98 Art. 10). Non solo sono sensate le preoccupazioni del giornalista del quotidiano on line sulla pochezza della nuova strada, ma occorre ricordare che non è collaudabile una strada di nuova realizzazione che non abbia i requisiti minimi di legge per il camminamento pedonale poiché essa è inagibile per i pedoni (min 1,50 m, ma il piano particolareggiato dell'area prevedeva un boulevard con due marciapiedi ciclopedonali di 10 m ciascuno, alberati e porticati su una strada di 10 m). Non lo sanno forse il progettista, il dirigente tecnico. il collaudatore ? Di quali tecnici si circondano i politici ? Chi risponde di questi illeciti ?

2. (...)

3.  Probabilmente gli stessi tecnici e responsabili locali ignorano l'esistenza di un altro principio di civiltà e rispetto dell'utenza debole che è anche norma tecnica e  criterio progettuale in quanto pubblicato in Gazzetta Ufficiale nelle Direttive per i piani urbani del traffico. Esiste una gerarchia tra le componenti di traffico che vede sulle strade urbane al primo posto il Pedone, poi seguono biciclette, trasporto pubblico, circolazione dei veicoli, e da ultimo la sosta (vedi disegno). Nel senso che, se c'è un conflitto sulla stessa strada e non c'è la possibilità di ospitare adeguatamente tutte le componenti di traffico per mancanza di spazio o altro, il primo obbligo è di tutelare la sicurezza e l'accessibilità  pedonale. (Direttive PUT G.U. 24-06-1995 Par. 3.2.1 Tipi di componenti di traffico).
 
Nel caso specifico la soluzione consiste nel vietare il transito dei veicoli sulla nuova strada fuori norma, riservando invece la carreggiata realizzata a pedoni e ciclisti fin quando non sarà completata la passeggiata ciclopedonale prevista dal piano.

4.  La mancanza di rispetto delle norme sul percorso accessibile e sulla tutela dell'utenza debole è una pratica diffusa. Ha fatto scalpore a Pescara il blocco dei lavori sulla strada parco, con diverse decine di milioni di euro spesi per la nuova sede della filovia Pescara - Montesilvano ma con marciapiedi e camminamenti pedonali alle fermate inaccessibili ai pedoni su carrozzina e altri utenti deboli, come denunciato dall'Associazione abruzzese Carrozzine Determinate
https://www.youtube.com/watch?v=k_74XB4kNik 
Anche nel campo dei lavori pubblici comunali si possono approvare progetti e appaltare i lavori per milioni di euro senza che questi rispondono alle normative sul percorso accessibile, e si attendono le denunce dei cittadini per fermare i lavori e correggere le illegalità, come nel caso della riqualificazione di via Lazio-via Chieti, che da più di un anno attende la ultimazione lavori. 
https://ilcentro.gelocal.it/pescara/cronaca/2013/09/19/news/via-lazio-l-enel-rimuove-le-cabine-blocca-marciapiedi-1.7775873 
Del resto nel PP1 nella zona Foce del Saline si sta costruendo una città nuova senza un metro di pista ciclabile, che sarebbero invece obbligatorie secondo la  L. 366/1998. E pare che nemmeno i costruttori sappiano che un marciapiede non può essere più alto di 15 cm, e deve essere dotato di adeguati scivoli, raccordi e protezioni in corrispondenza dei passaggi pedonali.

5.  Un altro esempio di illegalità diffusa si ha nel caso della recente apertura di un centro commerciale Eurospin su una traversa della via Vestina, sempre a Montesilvano (vedi foto). Su una strada a doppio senso, asfaltata per l'occasione, si è dipinta su un lato una mini corsia riservata per i pedoni di 0,80 cm. Mentre sulla stessa strada si continuano a rilasciare permessi per recinti a filo strada, nuove costruzioni senza marciapiedi, che sono sostituiti da fossi di scolo a cielo aperto. Un paesaggio degradato desolatamente simile a quello delle periferie romane di Tor Bella Monaca tristemente salite alla cronaca di questi giorni. Ma questa sistemazione stradale  è anche illegale.
Se un supermercato è un attrattore di traffico e va dotato di adeguata accessibilità,  in primo luogo per pedoni e biciclette, soprattutto per i supermercati di piccola media dimensione di interesse locale, essi sono spesso l'occasione per ridisegnare la rete stradale circostante dotandola di percorsi accessibili, illuminazione, verde, rotatorie, parcheggi. In questo caso, per il principio della gerarchia delle componenti di traffico citata, la strada esistente dovrebbe essere trasformata in senso unico, riservandone la metà a pedoni e ciclisti, protetta da adeguati dissuasori. Ma è evidente che va finalmente affrontato il problema dell'arretramento dei recinti, della dotazione di marciapiedi, verde, accessi sicuri nelle ristrutturazioni edilizie su strade esistenti, con strumenti di pianificazione urbanistica e del traffico chiari, trasparenti, pubblici e adeguati.

6. È evidente che la città debba dotarsi almeno di un piano del traffico PUT come previsto dal Codice della Strada (ma per il Nord pescarese sarebbe più indicato un PUMS piano urbano della mobilità sostenibile, intercomunale,  come previsto dall'art. 22 della legge 340-2000 ), ed in particolare di uno strumento complementare del PUT: il Regolamento Viariocomunale.
Un Regolamento  Viario può integrare le normative urbanistiche ed il regolamento edilizio locale. A fianco della classificazione delle strade e della zonizzazione urbana può finalmente contenere la raccolte delle norme e prescrizioni su marciapiedi, alberate, arretramento dei recinti, passi carrabili, parcheggi, verde stradale, accessibilità ciclopedonale, dotazioni condominiali per la raccolta dei rifiuti e il parcheggi delle biciclette,  in un testo chiaro, pubblico, trasparente e adeguato, soprattutto per la riqualificazione delle strade esistenti. Perché la riqualificazione della città comincia dall'attività edilizia privata guidata e regolata dell'ente pubblico.
Ma nell'attesa che questo adeguamento si realizzi, sarà bene istituire in ogni comune unufficio biciclette e un punto di riferimento dell'Associazione difesa diritti del pedoneche, presidiato dal volontariato e dalle associazioni ambientaliste locali, gratuitamente,  facciano da stimolo e controllo dell'attività edilizia pubblica e privata locale.

Approfondimenti su percorso accessibile:
https://www.webstrade.it/stampa/LeStrade10-2002/miniature.htm
https://www.webstrade.it/ricerca/CD-ROM-01/St-archivio-temi.html