Se Renzi è il nuovo....

 Cosa c'è di nuovo ed antico in politica ?  Saranno resipiscenze ma alcuni di noi sentono forte il richiamo ai valori antichi di quella che definivamo " sinistra". Oggi la parola è poco connotata, inflazionata ed ha perso identità come i politici o pseudo-tali che la rappresentano. Non ritroviamo nell’attuale sinistra una connotazione politica convincente ed aderente ai principi ideali ispiratori della continuità marxista. Troviamo al contrario che l’attuale sinistra obbedisca a tendenze di progressiva deriva verso un centro moderato che le fa perdere ogni carattere di identità che dobbiamo invece recuperare per mantenere la memoria storica.

Pertanto queste righe sono rivolte a tutti coloro che della sinistra hanno un concetto di identità socialista, di politica solidarista e di necessaria abiura di ogni forma di revisionismo politico che porti verso una concezione liberal-qualunquista, quella che in definitiva ha portato l’attuale destra berlusconiana al potere.

In una fase politica segnata da continui tentativi di cambiamento, in cui si inscrive l’ipotesi del Partito Democratico, la cui connotazione sembra orientata verso il progressivo allontanamento dal principio socialista della società e verso l’accettazione di una società pluralista governata dal mercato globale, chi fa riferimento ai principi socialisti e marxisti deve trovare punti di comunanza politica piuttosto che elementi di disunione, legati soprattutto alla distinzione storica tra processi socialisti e sua evoluzione verso il comunismo. Le fasi storiche che hanno segnato questa divisione, divenuta poi contrapposizione, devono cedere alla necessità di operare una politica di fronte comune di fronte al dilagare del liberismo, della disarticolazione della struttura stessa della Costituzione, nata dalla Resistenza e su principi antifascisti. La rivisitazione storica della Costituzione può essere fatta con naturale adeguamento di alcune parti speciali ma lasciando integra la parte generale dei principi.

Ad essi ci rifacciamo in questo documento, facendo riferimento alla comunanza tra temi marxisti e principi ad essi ispiratesi quali le tematiche di:

  • Un nuovo internazionalismo pacifista che ci veda impegnati attivamente nel recupero delle risorse umane del terzo e quarto mondo ( attualmente 214 milioni di bambini non raggiungono i 5 anni per mortalità infantile), in netta contrapposizione alla globalizzazione che deve essere vista come processo di governance politica e non solo economica. Ed inoltre questo deve costituire superamento della fase statica di un europeismo privo di anima strutturale politica.

  • lavoro, occupazione e sviluppo. Questo principio passa per il crinale dei meriti e della meritocrazia in una società moderna dove i giovani devono essere tutti posti in grado di manifestare le proprie valenze, senza che possano studiare o lavorare solo quelli che hanno i mezzi. Lavoro per tutti coloro che lo meritano, indipendentemente dal censo o dalle possibilità economiche e privilegio per gli indigenti.

  • concetto di Stato e diritti negati. Lo stato come regolatore ed organizzatore dei servizi essenziali, che devono essere ribaditi per tutti e non per pochi, riaffermazione del principio di compartecipazione delle Stato alle attività produttive e di sua attività nel mercato non più libero ma regolato.

  • servizi ineludibili ed affidati alla gestione collettiva. Essi sono sanità per tutti e non per pochi, istruzione fino all’età dell’ingresso nella forza-lavoro, specie per i nuovi cittadini immigrati, trasporti efficienti che migliorino la qualità della vita, del terziario e della flessibilità lavorativa. Assistenza e Welfare regolata dalla collettività statale in contrapposizione a quella localistica, periferica cui non possono essere demandati ( vedi Titolo V Costituzione) servizi di interesse pubblico-collettivo.

Le forze della sinistra autentica devono trovare, in una piattaforma ideale, più che programmatica, gli elementi costituenti un processo di ricostruzione e rivisitazione del marxismo degli anni 2000, in vista della grande sfida contro il mercato globale, quale asse centrale della politica capitalista ed imperialista, vedi governance del mondo. Questo processo involutivo, che Carlo Marx aveva preconizzato, si è imposto come dittatura di singole holding industriali e lobbies politiche, con la naturale partecipazione della componente religiosa, che ha fatto da leva su alcune istanze di prevaricazione.

Tutto questo processo di progressivo dominio di pochi sui tanti popoli del terzo e quarto mondo fa sì che il 22% della popolazione occidentale abbia le leve di comando sul restante 78% per quanto attiene energia petrolifera, risorse idriche e di alimenti.

Ciò si pone in assoluta antitesi ai principi internazionalistici del socialismo movimentista che non accetta che il riformismo passi per la lesione dei principi ineludibili, quelli dei diritti inalienabili alla salute, istruzione e qualità della vita.

Si realizza così un principio che non è accettabile, quello degli intoccabili, pochi, e dei bistrattabili, i più.

Su questi temi primari, si deve costruire un processo federativo di forze che trovino meccanismi di intesa su principi condivisi, lasciando da parte i temi di contestazione ed visione storica che appartengono al passato e che potranno far parte di un processo storico di là da venire ma che non deve essere contestualizzato al presente.

Non pochi tacceranno queste righe di vacuità o di ritorno al passato. Forse, ma non c'è altro modo per mantenere l'identità politica perduta.